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mercoledì 31 marzo 2010

L'agire contro logica

Ieri al supermercato, e non è la prima volta. Alle casse. C'è n'è una che accetta solo chi ha meno di dieci prodotti. Ha otto persone in fila. A fianco una cassa normale con un solo cliente che sta già pagando. Ho sette prodotti, ma perché fare la coda alla cassa dei dieci prodotti quando posso passare subito dalla cassa normale? E i pirla che sono lì in fila possibile che non ci abbiano pensato? Possibile, anzi certo.

Altra scena a cui assisto spesso. Siamo su un treno che arriva in stazione, di quelle che hanno i binari che finiscono lì, come Torino Porta Nuova o Milano Centrale. La gente si prepara a scendere, e tutti, o quasi tutti, si mettono in fila nel corridoio verso la portiera che sarà più vicina alla testa del binario. E intanto non si rendono conto che se scendessero dall'altra, più distante ma non intasata, guadagnerebbero prima l'uscita.

Ma perché in certe situazioni, e quelle che ho citato sono fra le più innocue, ci trasformiamo in pecore mandando a farsi benedire anche quel minimo di raziocinio che servirebbe?

lunedì 29 marzo 2010

Sta succedendo una cosa strana

Ore 20,17
Sta succedendo una cosa che non so spiegarmi. Se avete un blog su piattaforma blogger quasi sicuramente vi è sparita, se c'era, la foto della testata, l'header insomma.

Subito ho pensato a lavori in corso sui server, ma poi mi sono ricordato che le mie foto non risiedono sulle macchine di google ma sono collocate in uno spazio mio. Sono andato a vedere e dalla cartella era sparita proprio quella foto che ho di nuovo inserito e adesso si vede. Aspetto sviluppi ed eventuali chiarimenti.

22,15
Allarme rientrato. Rimane il mistero della mia foto sparita.

Sequestrate le carriole a L'Aquila

L'Aquila - Verbale di sequestro di una carriola

Ieri
OGGETTO: Verbale di sequestro di una carriola, in pessimo stato di conservazione, con contenitore in ferro di colore blu, con legatura in ferro sotto il contenitore, e cerchio ruota di colore viola, e di due pale con manico in legno a carico di...


Poi dicono che mancano le forze dell'ordine. Ma quando mai?

Da Anna e qui

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domenica 28 marzo 2010

Mia madre è un mito

Mia madre ha avuto un ictus un mese e mezzo fa: era rimasta paralizzata in tutta la parte destra del corpo.

Non parlava, non riconosceva nessuno e quando, dopo due settimane, ha cominciato lentamente a riprendere i movimenti, i medici stessi hanno gridato al miracolo: loro non potevano sapere con che tempra è stata forgiata quella donna.

La testa era rimasta però altrove, assieme alla parola: non riconosceva i suoi figli, i suoi nipoti e nessun’altra persona che faceva parte della sua vita; ci siamo detti che averla viva e non costretta ad una vita di vegetale in un letto per gli anni che le sarebbero rimasti, era una grandissima fortuna.

Così com’è stata una fortuna incontrare Anna, la signora rumena che da assistente in ospedale è diventata la donna che ora vive con lei, avendo ancora io la fortuna di lavorare a tempo pieno; mio fratello un po’ meno, costretto alle pause forzate della cassa integrazione ma con l’impegno di essere disponibile anche con un preavviso di poche ora.

Se un mese fa, il giorno che l’hanno dimessa dall’ospedale, mi avessero detto quanto oggi sarebbe successo, avrei riso forte per non piangere.

Io non lo so se è stata l’ora legale, o perché oggi c’è un sole splendido e tiepido come la stagione vuole. Oppure se sono stati i suoi ricordi, che sono ancora fermi a prima della guerra, quando ha conosciuto mio padre in montagna, a combattere per ciò di cui non conoscevano il significato etimologico della parola ma che sapevano essere la cosa per cui valeva battersi.

Credo che quel periodo è vivo e vivido come non mai in lei, perché qualche giorno fa mentre era ancora in ospedale, tra una parola e l’altra pressoché incomprensibili, mi ha nominato il Duce.
Le risposi che il Duce non c’era più da tempo, che era morto e che adesso c’era Berlusconi, che lei odia forse più di me, anche se pare incredibile.

Fatto sta che ieri mattina, mentre io e Anna le facevamo la doccia, le ho detto che doveva cercare la sua scheda elettorale. Ha cominciato a dire no no no no e solo l’entrare nel mio ruolo di cattivissima figlia degenere l’ha convinta ad accompagnarmi in camera e farmi frugare dove, presumibilmente, era riposta la scheda elettorale.

Stamattina il cambio dell’ora legale mi ha fatto arrivare a casa sua con dieci minuti di ritardo: era in cortile con Anna che mi aspettava. Sono scesa dall’auto che ho parcheggiato nel viale e ha pronunciato, per la prima volta dalla sera prima che l’ictus venisse a turbarle la testa, il mio nome.

Chiaro, lo ha detto: «Daniela, metti la macchina nel cortile», questo mi ha detto.
Ero sbalordita, sapete? Il mio nome, pronunciato chiaramente da chi, fino a due giorni fa, mi guardava come non sapessi chi fossi, che cosa volessi da lei e perché continuavo a sgridarla e dirle di smettere di piangere.

Le ho risposto che avrei parcheggiato dentro in cortile dopo che saremmo tornate dal seggio.
Poi le ho proposto di andare al cimitero a trovare mio padre.

Mi ha guardato e senza dire nulla mi ha preso per mano, accompagnandomi fino al ripostiglio dove tiene le scarpe. Ne ha scelto un paio, si è seduta perché le potessi infilare, poi si è alzata, ha preso la busta con il certificato elettorale, mi ha indicato dove potevo trovare la sua carta d’identità ed è salita in macchina.

Per salire la rampa della scuola dove lei vota da anni, scelta obbligata alle scale che fatica a salire col suo lento passo traballante, ci abbiamo messo dieci minuti ma non abbiamo nulla da fare io e lei, oggi, se non fare venire sera.

Ho consegnato il certificato elettorale e la carta d’identità ai ragazzi dei seggi, ho chiesto loro se potevo entrare con lei in cabina e mi hanno detto di no, che ci sarebbe voluto una certificazione medica, potevo solo accompagnarla ma non essere presente mentre lei esprimeva la sua preferenza.
Una volta aperta la scheda le ho chiesto se sapeva dove mettere la croce, sapendo che non sarebbe mai stata in grado di scrivere un nome, ma la croce sì.
Credo mi abbia risposto qualche cosa come «non sono mica rimbambita».

Ed è una delle sue risposte, l’unica che volevo sentire e che anelavo di udire da un mese e passa, perché in quel momento ho dimenticato la sua malattia: era la mia mamma di sempre, l’unica mamma che vorrei, quella che non cambierei con nessun’altra, litigate, scazzi, pianti, accuse, pianti, sensi di colpa, riappacificazioni comprese.

Quando siamo risalite in macchina credo mi abbia detto che non era proprio una croce ma un segno, non è riuscita a farla una bella croce ma che importa?
So che qualsiasi cosa fosse, l’ha messo sul simbolo del PD.

E non accetterò mai che nessun medico mi dica che l’ha fatto per imitazione: lei sa che cosa è il PD anche se spesso inveiva dicendo che sono anche loro uguali a tutti gli altri.

Dopo siamo andati al cimitero, si è messa a piangere davanti alla foto di mio padre e lo ha chiamato per nome: oggi è stato il giorno dei nomi, quelli che aveva perso e che forse domani non ricorderà più.

Ma oggi…
Oggi è una di quelle giornate che pagheresti perché fosse così, esattamente come si è svolta da stamattina alle nove.

Non vorrei cambiarne una virgola.

Perché vedere oggi mia madre com’è non ha prezzo, per tutto il resto, userò la Visa.

Ora dorme e io posso piangere.

Daniela

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Buon voto



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sabato 27 marzo 2010

Uff, ce l'ho fatta a regalare un libro a uno sconosciuto

Ieri, come forse avrete visto, c'era altra carne al fuoco di questo blog e quindi ne scrivo oggi. Voglio dire di quella iniziativa di cui avevo parlato e che si doveva svolgere venerdì 26 marzo, ieri appunto. Regalare un libro a uno sconosciuto era l'impresa.

Non me ne sarei potuto dimenticare perché da quando avevo pubblicato il post, tutte le volte che uscivo di casa, mi occhieggiava dalla mensolina vicino alla porta un post-it verde appiccicato su un volumetto con su scritto "26 marzo, regalare".

E dunque ieri mattina me lo sono portato dietro senza avere minimamente idea, anche solo vaga, di cosa avrei fatto. Sono arrivate le sei e mi sono immerso nel flusso caotico di corso Buenos Aires che a quell'ora del venerdì è una fiumana di gente a cui sembra abbiano aperto le grate per una libera uscita di due giorni, ognuno con la testa chissà dove.

Ora io non sono timido, chi mi conosce lo sa, ma un conto è fermare una persona per chiedere un'informazione, altro è fermarla e dirle «Ecco qua, guardi che bel regalo per lei». E proprio così ho fatto, dopo qualche indugio interiore, quando ho visto una signora dal volto simpatico e un po' intellettuale, almeno così a me era parso. «Guardi che non compro niente» è stata la reazione un po' seccata e ha tirato dritto.

Ci sono rimasto male, ma poi ho riflettuto. Chi mai regala qualcosa al giorno d'oggi? Così, tanto per regalare, senza nessuna contropartita, quando tante volte la contropartita è ben più pesante del "regalo". Sarebbe stato difficile trovare una persona disponibile e non premunita.

Idea. Mi sono piazzato allora all'entrata della metropolitana, stazione Lima, come un Testimone di Geova, con in mano il libro al posto della loro Torre di Guardia. Dentro di me ridevo di me, di quella mia situazione del tutto insolita all'inizio apparentemente ridicola. Ma poi ho cominciato a guardare la gente, i loro occhi negli attimi che incrociavano i miei e le loro espressioni, che andavano da un malcelato interesse a una curiosità palese cui però non seguivano domande, da un ostentato diniego a occhiate in tralice non ben identificate.

Sarò rimasto tre o quattro minuti a fare il palo un po' ondeggiante, quando si ferma un giovane uomo, sulla trentina «Ne ho sentito parlare parecchie volte di questo libro ma non l'ho mai letto. Cosa fa lei qui?» «Sono qui per regalarlo» «Dov'è il trucco?» «Niente trucco, prenda» «Allora grazie mille» e aveva già imboccato le scale per scendere sottoterra. Fine prematura della storia. Chissà mai cosa avrà immaginato di me.

Il libro era "1984" di George Orwell nell'edizione economica della Feltrinelli. Se non l'avete mai letto ve lo consiglio. E se l'avete già letto e ve lo siete dimenticato vi consiglio di rileggerlo.

venerdì 26 marzo 2010

Simboli del partito fascista nelle liste elettorali

Ieri
Simbolo del partito fascista


Oggi
Simboli del partito fascista nelle liste elettorali

A Baldissero Canavese e a Parella, tutti e due in provincia di Torino, per l'elezione comunale dei rispettivi sindaci vengono presentate due liste che riportano come simbolo il fascio littorio. I due candidati per queste liste sono Fabio Toma e Paolo Sola.

Se continuiamo così alle prossime ci ritroviamo sulla scheda il faccione di Benito Mussolini.

Ma è legale tutto ciò?


Simboli del partito fascista nelle liste elettorali
via e via

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Coprifuoco in via Padova a Milano

Milano via Padova, locale Ligera
Milano, ieri sera davanti al Ligera in via Padova

E così la preannunciata visita di Letizia Moratti in via Padova, a quaranta giorni dalla rivolta, che doveva avvenire ieri non c'è stata. La signora ha trovato scuse magre a cui nessuno ha creduto, in realtà aveva una fifa boia di essere contestata dopo le ordinanze emesse per "riportare ordine" nella via e nei paraggi.

In una disposizione si sono stabiliti orari tassativi di chiusura per negozi e locali. Il coprifuoco è scattato ieri e andrà avanti fino al 30 luglio: bar e kebab chiusi alle 24, phone center alle 22 e centri massaggi alle 20 (due sanzioni, ieri, da 450 euro).

Franco Beccari, presidente della sezione locale di Legambiente: «L’ordinanza getta fumo negli occhi e mette il timbro del ghetto su via Padova. Ma via Padova non è un ghetto». Martedì, assemblea degli Amici del Trotter: «Militarizzazione eccessiva». Carlo Bonaconsa rappresenta il Comitato Vivere Zona 2: «Il coprifuoco va nel senso opposto a quello che avevamo indicato al sindaco, mette a rischio anche la sopravvivenza di ciò che di buono c’è in via Padova, come il Ligera».

Il presidio ieri sera proprio al Ligera ha riunito decine di residenti: «Il Comune deve credere nelle periferie, non punirle. Così alimenta la tensione sociale». A mezzanotte, per calmarla questa tensione, s’è brindato ironicamente col cocktail che vedete sotto dedicato al sindaco e al suo vice.

Alla prossima puntata, perché la storia non è finita, statene certi.

Milano via Padova, locale Ligera
Milano via Padova, locale massaggi WanMei
Via Padova 154, centro massaggi WanMei. Trovato aperto ieri sera dai vigili alle 20,25, venticinque minuti dopo l'orario di chiusura, è stato multato di 450 euro, anche se nel locale erano presenti solo i gestori. Così il comune di Milano intende risolvere le tensioni in certi quartieri multirazziali.

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giovedì 25 marzo 2010

Primavera in punta di piedi

Abside del duomo di Milano a primavera
Milano, abside del duomo a primavera
[clic sopra per ingrandire]

Il 9 marzo pubblicai la foto di un grande albero spoglio in Piazza 24 maggio qui a Milano. Avevo scritto che sarei ripassato dopo una decina di giorni e allora avrei visto i germogli. Sono dunque ripassato ieri, e di giorni ben quindici erano andati, ma ancora nessun segno di risveglio.

Osservo qua e là per la città cespugli di forsizie (che sono un po' come le mimose in Liguria) alcune già esplose nel loro giallo brillante, altre, più timorose, indecise se aprirsi alla luce e al tepore, entrambi ancora altalenanti.

E poi ecco che mi appare quello che vedete in queste due immagini quasi monocromatiche. Il rosa dei fiori che come ogni anno è ritornato a fare compagnia al rosa delle pietre.

Abside del duomo di Milano a primavera

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Rai per una notte

Rai per una notte

Stasera, contro ogni censura. Penso di andare a vedere dal maxischermo delle Colonne di San Lorenzo, così guardo anche che aria tira.

Il sito

Aggiornamento 11.50
Rai per una notte, ore 21: censura estesa a Rainews24
Dove si può seguire l'evento mediatico.

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mercoledì 24 marzo 2010

Specchio, specchio delle mie brame...

...chi è il più bello del reame?



Ennesima scemenza del signor B accolta dai soliti risolini scemi degli scemi che lo attorniano. Ma più che scemenza stavolta è un transfert di natura psicanalitica in piena regola.

Ieri il premier al Lingotto di Torino per supportare la campagna del leghista Cota rivale dell'attuale presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso «Sapete perché Bresso è sempre di cattivo umore? Perché al mattino quando si alza e si guarda allo specchio per truccarsi, si vede. E così si è già rovinata la giornata».

Non difendo la signora perché ha la forza e l'ironia per difendersi da sola come fa QUI, il mio pensiero va a questo ometto. A questo ometto, al mattino, quando si alza. Purtroppo non ho una quinta colonna che da quelle stanze mi informi cosa succede. E quindi si fanno ipotesi.

C'è chi dice che lo specchio sia truccato e lo faccia apparire, ai suoi occhi, solo ai suoi, un bellissimo principe. Il signor B sa che lo specchio bara ma ha rimosso il fatto e ci crede. Anche perché è stimolato a crederci dagli inchini ammirati dei lacché slinguazzanti che lo attorniano.

Qualcuno afferma invece che tutto è organizzato. La squadra di truccatori e visagisti insonni che lo seguono ovunque, anche al cesso, siano in azione nelle ore antelucane per spalmare sulla pelle, ormai incartapecorita, palate di trucco e per ripiantare sul cranio dell'uomo (mentre dorme) ciuffi freschi di capelli e farlo quindi ritrovare al risveglio presentabile. Finto ma presentabile.

Qui lo specchio è vero, e il signor B si vede come lo vediamo noi. Nel senso che l'immagine oggettiva è quella, ma l'impressione che fa lui a se stesso è una cosa, sempre quella di un bellissimo principe, l'impressione che fa a noi è un'altra. Un vero schifo. Noi siamo quelli del partito dell'odio.


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martedì 23 marzo 2010

Anatema anatema

Angelo Bagnasco
Angelo Bagnasco

Ieri c'erano parecchi occhi e orecchie puntati sul cardinale Bagnasco, capo della Conferenza Episcopale Italiana, cioè di tutti i vescovi. Tanto interesse derivava dall'attesa presa di posizione della Cei sulle nefande vicende dei preti pedofili che stanno facendo tremare molte diocesi in Europa e che hanno lambito anche il soglio pontificio, e che possono provocare risarcimenti miliardari (in euro) che la Chiesa sarebbe costretta a pagare ai ragazzi offesi e violati.

Ma questi qui, che in furbizia superano il diavolo e che a fare salti mortali e piroette non li supera nessun acrobata, si sono divincolati dalla curiosità sul tema scottante che li attanagliava e hanno sviato l'attenzione puntando il dito contro, in un anatema come non se ne sentivano dai tempi della DC.

«Il voto cattolico sia contro l'aborto».

E allora cosa dovrebbe succedere? Che in una regione dove vincono questi cattolici le donne che hanno deciso di abortire devono andare in un'altra regione dove questi cattolici hanno perso? Naturalmente no, perché la legge sull'aborto è una legge nazionale, ma per questi signori che viaggiano in sottana e che creano scompiglio nel già grande confusione presente sembra un dettaglio.

Propongo dunque che nel periodo della par condicio ai mezzi di comunicazione, dalla televisione più vista al più piccolo bollettino parrocchiale, sia applicato il divieto assoluto di riferire le esternazioni delle gerarchie ecclesiastiche in materia elettorale pena gravissime sanzioni, pecuniarie e penali.

Questi signori in sottana, se proprio queste esternazioni le vogliono fare, contravvenendo tra l'altro al vangelo, se le facciano dai pulpiti nelle loro cattedrali. Poi, loro che ci credono (se ci credono), se la vedranno con quello lassù.

lunedì 22 marzo 2010

Deturpata la lapide a Pinelli in piazza Fontana a Milano

Lapide a Giuseppe Pinelli in piazza Fontana a Milano

Foto scattate ieri pomeriggio alle 17.14 in piazza Fontana a Milano. Nella foto in basso potete vedere anche l'altra lapide posta da "Gli studenti e i democratici milanesi" dove il testo dice "A Giuseppe Pinelli ferroviere anarchico ucciso innocente nei locali della Questura di Milano".

Non so cosa pensare.

Lapide a Giuseppe Pinelli in piazza Fontana a Milano
Lapide a Giuseppe Pinelli in piazza Fontana a Milano

domenica 21 marzo 2010

Alda Merini, sono nata il ventuno a primavera

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.


Quasi a farlo apposta oggi è la giornata mondiale della poesia, e quindi il solito sabato poetico è slittato a domenica.

Venerdì ho ricevuto questa mail

Buongiorno Alberto,
ci presentiamo, siamo Emanuela, Barbara, Flavia e Simonetta, le quattro figlie della poetessa recentemente scomparsa Alda Merini. I tristi rintocchi funebri delle campane del Duomo di Milano pesano ancora sui nostri cuori mentre ricordiamo quello che raccontava di noi:
«Ho avuto quattro figlie. Allevate poi da altre famiglie. Non so neppure come ho trovato il tempo per farle. Si chiamano Emanuela, Barbara, Flavia e Simonetta. A loro raccomando sempre di non dire che sono figlie della poetessa Alda Merini. Quella pazza. Rispondono che io sono la loro mamma e basta, che non si vergognano di me. Mi commuovono».

Nonostante le parole della nostra amatissima madre siamo onorate di comunicare che in sua memoria abbiamo fortemente voluto la realizzazione del sito internet www.aldamerini.it. Un’antologia in ricordo di Alda, un elogio all'«ape furibonda», alla sua figura di scrittrice e madre perché «Niente per una donna è più simile al paradiso di un figlio che le farà sognare l’amore per sempre…».

Saremmo grate se volesse pubblicare un articolo sul suo blog per diffondere il link del nuovo sito e per comunicare quello che per noi è un modo di dar voce a nostra madre, alla sua follia e alla sua dolcezza, per farla parlare ancora perché non venga dimenticata.

Grazie mille
Le figlie di Alda


Oggi
ore 15:30
Ripa di Porta Ticinese, 47
Scoprimento della targa in onore di Alda Merini nella casa in cui abitò la poetessa

ore 16
Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio
Alzaia Naviglio Grande, 34
Magnificat di Alda Merini con Valentina Cortese
Introduce Massimiliano Finazzer Flory

ore 21
Teatro Dal Verme – via San Giovanni sul Muro 2 – Milano

Ingresso libero. Per prenotare: info@sagapomusic.com

Una piccola ape furibonda
Recital di poesie e canzoni di Alda Merini
Con Valentina Cortese e Giovanni Nuti
e la partecipazione straordinaria di Milva
Musiche di Giovanni Nuti
Regia di Marco Rampoldi


Il sito
Sito di Alda Merini

Aggiornamento 19.32
La targa scoperta questo pomeriggio e Valentina Cortese che declama il Magnificat nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio. Momento di grande magica commozione collettiva.

Targa ad Alda Merini
Valentina Cortese declama il Magnificat di Alda Merini

sabato 20 marzo 2010

Milano in piazza contro le mafie

A Milano stamattina la grande manifestazione organizzata da Libera, l'associazione fondata da don Luigi Ciotti.

Hanno aperto il corteo, partito da porta Venezia alle 10, cinquecento parenti delle vittime di mafia, tra cui Claudio Fava, Nando Dalla Chiesa, Elisabetta Caponnetto e la vedova dell'avvocato Ambrosoli.

Un altro mondo è possibile, e nel nostro piccolo anche un'altra Italia.

Articolo del Corriere (Milano, in 150 mila sfilano contro le mafie
Giornata della memoria per le vittime. Don Ciotti: «Non lasciamo soli magistrati e forze dell'ordine») e Repubblica (Milano in piazza contro le mafie "Non lasciamo soli giudici e polizia")

Aggiunta, 21 marzo

Ieri a Milano nel corteo di Libera, in mezzo a un mare di ragazzi, e ritrovarsi in piazza Duomo con parenti dei caduti di mafia, dava la sensazione consolante di vivere in un Paese ancora in piedi. Ma pur sempre un Paese dove un prete, don Luigi Ciotti, già scortato da vent'anni per avere osato mettere in piedi una rete antimafia solidale e soprattutto efficace: gente che crea lavoro e libertà amministrando i beni sequestrati ai boss, ai clan di assassini e di scrocconi che vivono alle spalle del Meridione. Lavoro contro furto, coraggio contro paura, società contro tribalismo, libertà contro servitù. In un Paese massacrato dall'illegalità e dal basso cabotaggio politico, quello di don Luigi è un esempio lampante di opposizione: perché nonostante la democrazia, un vero e proprio paradosso, legalità e opposizione in Italia sono concetti spesso coincidenti.

Da quindici anni Libera commemora ogni anno i caduti di mafia. Ora chiede di istituire ufficialmente, ogni 21 marzo, primo giorno di primavera, una giornata nazionale in memoria di quei morti. La politica è d'accordo solo in parte: c'è una destra (per fortuna non tutta) che detesta Libera e don Luigi perché, quasi pavlovianamente, quando sente parlare di legalità pensa subito all'opposizione e ai "rossi".

Michele Serra
da l'Amaca di oggi


Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera
Milano - Manifestazione contro la mafia di Libera

venerdì 19 marzo 2010

Trombati e riciclati

Giancarlo Innocenzi Botti
Giancarlo Innocenzi Botti, ex deputato Fi, consigliere Agcom. Attuale stipendio 398.127 euro.

Di questo Giancarlo Innocenzi, vero e proprio scendiletto senza più alcuna dignità del signor B non ho molto da dire dopo che blog e giornali hanno già ampiamente detto.

C'è oggi una novità. Il Consiglio dell'Agcom presieduto da Corrado Calabrò ha deliberato di chiedere al comitato etico il suo parere in relazione alle notizie venute fuori dalle intercettazioni telefoniche. "Il comitato etico si pronunzierà dopo aver audito l'interessato", ovvero il nominato Giancarlo Innocenzi.

Ci gioco anche le braghe che non succederà un bel niente e tutta la vicenda si perderà nelle nebbie. Sapete perché?

Nessuno giornale ne ha parlato ma Innocenzi fa parte di quell'esercito bipartisan costituito dai trombati alle elezioni che hanno bisogno di portare comunque a casa la pagnotta, e se possibile qualcosa di più.

Quasi sempre senza arte né parte queste sanguisughe di risorse pubbliche vengono insediati il più delle volte su poltrone che esistono solo per generare consenso al potente. Si va dagli alti incarichi governativi fino alla consulenza concessa al ragioniere dall'ente assolutamente inutile.

Sono milioni, potrei riconoscerli a pelle, hanno tutti in comune una specie di malattia, non hanno spina dorsale, come i molluschi.

giovedì 18 marzo 2010

Stampa clandestina

Manifesto regioni no grazie
Milano, corso Buenos Aires

Non sto facendo propaganda per l'astensionismo, perché io andrò a votare anche se non ho ancora deciso per chi. Sto facendo della pura cronaca.

E mi chiedo chi possano mai essere questi qui che a Milano, in centro, dopo averli pagati di tasca propria, affiggono manifesti 100x150 senza firma e senza nessuna indicazione della tipografia, rischiando se sorpresi sul fatto oltre alla multa per affissione abusiva la sanzione ben più grave per stampa clandestina. Ne ho visto anche altri sulle pareti di vie importanti. Chissà se è una questione solo milanese.

Nei tempi in cui per esistere bisogna apparire questi appaiono ma non esistono.

Manifesto regioni no grazie

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mercoledì 17 marzo 2010

E se il blog sprofondasse in un buco nero?

Chi mi segue avrà visto che sono stato latitante in questi giorni. Qui e sui vostri blog. Il motivo è della solita chiavetta che fa le bizze quando mi trovo nell'entroterra ligure, per cui mi sono collegato quasi solo per scaricare la posta e per inserire, quando possibile, post di solo testo, senza immagini come faccio di solito.

Se non fosse stato per Giovanna, che mi ha mandato una mail per chiedere informazioni, non mi sarei accorto che il blog di Skip (siamo assieme in questa foto) era completamente fuori uso. Ho girato il messaggio a Filo perché non avevo l'indirizzo dell'interessata e la risposta era stata abbastanza allarmante sulla possibilità del ripristino del blog.

Poi ho visto con sollievo che la situazione si è risolta per il meglio e Skip l'ha presa con ironia.

Ecco, io faccio ogni tanto il backup, ma devo dire sinceramente che se un giorno mi capitasse che il blog sprofondasse in un buco nero senza possibilità di ritorno non so come reagirei. Non lo so perché non so quanto, fino a quanto, questo blog faccia parte delle mia vita.

E voi?

lunedì 15 marzo 2010

Niente di penalmente rilevante

Ormai è diventato un rosario-mantra, quando le parole perdono qualunque significato e come valore hanno solo più il suono_musica, e si ripetono all'infinito per ubriacare la mente.

Niente di penalmente rilevante, come se dietro al paravento opaco di questa frase non si fossero commessi, e si continuino a commettere, ogni giorno, misfatti non contemplati dal codice ma condannati da una società che era civile e adesso non più. Obnubilata.

Niente di penalmente rilevante. Ritornerà rilevante se ci sarà un nuovo Rinascimento. Per una felice convivenza fra pari. Donne e uomini. Potenti e deboli. È di noi umani il gusto sfrenato del potere, ma è anche di noi umani l'utopia possibile per contrastarlo.

sabato 13 marzo 2010

La formattazione delle poesie

Oggi niente poesia ma un argomento che le attiene.

C'è un malvezzo che si sta diffondendo fra siti e blog. Quello di pubblicare versi centrandoli nella pagina, a epigrafe si direbbe nel linguaggio grafico.

Ora se uno pubblica versi suoi o di amici consenzienti niente male. E' roba loro e possono fare quello che vogliono.

Il discorso cambia quando si pubblicano componimenti di poeti ormai nella storia della letteratura che il più delle volte, almeno dopo l'invenzione della stampa, avevano sovrinteso all'impaginazione. E immancabilmente il verso era a bandiera allineata a sinistra.

Non voglio addentrarmi nei rientri della riga, come qui mi si era fatto osservare, anche perché se uno non conosce l'html e lo spazio multiplo determinato da ecommercialenbsppuntoevirgola non saprebbe come fare. E a questo proposito la piattaforma blogger ha un bug nell'editor, ma non è questa la sede dell'argomento.

La questione dei versi centrati o a bandiera non è solo una facciata estetica ma rientra nella lettura perché quando io vado a capo con gli occhi, anche se sono solo millesimi di secondo, un conto è che mi ritrovi il verso successivo bello allineato, un conto e che me lo vada a cercare a seconda della sua lunghezza. Riflettete.

A pensare male si fa peccato, eccetera eccetera, e allora appunto mi sorge il dubbio che (quasi) tutti quelli che pubblicano le poesie dei famosi o non hanno mai visto le pagine stampate o se le sono dimenticate. E sia solo un comodo e virale copia incolla.

Mi piacerebbe sentirli. Sentirvi.

giovedì 11 marzo 2010

Cattocomunismo

Burlando benedizione animali

Lascio da parte per qualche giorno i muggiti sguaiati e beceri del signor B perché mi hanno già trapanato abbastanza.

Cerco un po' d'ironia che non guasta e mi viene in aiuto questo manifesto che ho visto al paesello, ma poi anche spalmato senza risparmio di colla sulla costa fino a Bordighera. Appena l'ho notato avevo creduto che fosse il cardinalizio Burlando, governatore uscente della Liguria, a officiare la cerimonia, quella di benedire gli animali. E invece no, è il solito prete, ma un gradino più in alto c'è lui, e lo si vede dalla grandezza dei caratteri, a governare il tutto.

Cattocomunisti del PD, a questo siete arrivati, a far diventare di destra o di sinistra anche gli animali. E allora io mi dichiaro bastardo.

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martedì 9 marzo 2010

Verso la primavera (si spera)

Milano, albero in piazza 24 maggio
Milano, piazza 24 maggio

Ho una impressione e un desiderio che non sono solo miei perché avendoli esternati agli amici è stato subito manifesto che frullavano anche nelle loro capocce. L'impressione è che questo inverno, com'è nei suoi diritti e anche doveri, si sia fatto particolarmente rispettare. Temperature rigide prolungate e nevicate ripetute a cui non eravamo più abituati ci hanno fatto pesare i mesi passati. Il desiderio lampante è che non vediamo l'ora che arrivi la primavera per ributtare nella naftalina giacconi e maglioni .

L'altro ieri, prima di fotografare quest'albero vegliardo, sono andato vicino al ceppo e ne ho accarezzato la ruvida corteccia, ho osservato tra i rami se ci fosse un accenno di germogli, niente però. Ma ho sentito, dalle radici alla chioma spoglia, il desiderio suo, quello stesso mio, della voglia di tepore. Quando ripasserò tra una decina di giorni sono sicuro che foglioline implumi avranno fatto capolino dai rami.

Scrivo queste note su un treno che sta attraversando una pianura padana illuminata da una luce amorfa ed esangue che istiga al sonno. Vado in Liguria per parecchi motivi, ma spero anche di catturare qualche immagine di Natura al risveglio. Ci sentiamo di là.

Milano, albero in piazza 24 maggio
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lunedì 8 marzo 2010

Otto marzo, festa della donna

Schiave, prostitute, trans

Festa della donna al di fuori della prevedibile retorica e della stanca melassa. Grazie valdesi.

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domenica 7 marzo 2010

Il mondo è vario

Bandiere rosse
Ieri pomeriggio, appena uscito di casa alle tre in punto, ho questa visione sulla sponda del naviglio Martesana dove abito. Chi l'ha detto che le falci e i martelli non erano più di moda?

Gesù Cristo Signore
Sto andando alla manifestazione contro il pateracchio firmato da Napolitano e poco dopo passo davanti a questo tempio. Era un magazzino e lo hanno fatto diventare un luogo di preghiera, da una parte una tipografia, dall'altra un'autorimessa. Si richiamano al Cristo ma non hanno nulla da spartire col Vaticano. Un giorno o l'altro entro dentro per vedere le facce dei fedeli.

La legge è uguale per tutti
La legge è uguale per tutti
Ed eccomi davanti al palazzo di giustizia. Legge uguale per tutti, solo una maniera di dire ormai.

Mafalda
Mafalda, mai stata così popolare come di questi tempi, e chissà domani, lunedì 8 marzo.

Falun gong
Alle sei mi avvio verso la metropolitana di Cairoli. In via Dante un'adepta di Falun Gong mi porge il loro depliant. Le prometto di mandar loro la foto di un fior di loto migliore di quella che hanno messo in copertina. All'entrata del metrò compro da un sudamericano una pistola che spara a raffica bolle di sapone. Devo risarcire la piccola Virginia Libera a cui rubai quando aveva quattro anni il calamaio di soluzione saponata con l'anello per le bolle. E mi sono detto più volte «vergogna!».

È un sunto striminzito, parole e immagini, di queste tre ore. Il mondo è vario, bello o brutto che sia.

sabato 6 marzo 2010

Ellekappa

(ode molto ma molto liberamente ispirata
al Conte di Carmagnola)


S'ode a destra un caudillo che tromba
nella lista s'aggiunge una squillo
due veline un corista una bionda
nella fronda serpeggia il velen.
Negli elenchi del vispo mandrillo
non c'è nulla che sia autenticato
carte false e il verbale aggirato
senza firme, au revoir mercì bien!

La Sua cricca prepara il terreno
c'è un tiggì che gli spiana le strade:
son le leggi le serpi che ha in seno!
ringhia forte lo slurp minzolin
C'è un Ignazio -un reperto dell'ade-
che sinistro bofonchia di guerra,
un Massone che al golpe s'appella,
Gran Maestro del laido obbedir

Il più inetto di tale servaggio,
tal Maurizio con l'occhio a pernice,
drammatizza ed esorta al linciaggio
scatenando una rissa da bar.
"È un complotto di rossa matrice"
bèla Bondi allenato a tal guisa
e ignorando la legge derisa
si diletta a insultare anche il Tar

Trama, intrigo, cospiro nefando!
fà il Celeste con bleso inveire.
Vergin cuccia del limpido Lambro,
senza firme la lista non c'è!
Dal Senato è il suo capo a ruggire
e al predello soccorre in aiuto:
se la Forma dà noia al Venduto,
l'annulliam senza come e perché

Ahi sventura! Là sul Colle non piace l'inganno
e i garbugli da stolti magliari,
e i decreti accroccati in affanno
per potere la truffa archiviar.
Alle trame dei quattro compari,
più il Prescritto, che al solito mente,
si frappone un Signore furente
che con grazia li manda a zappar.



aggiunta 8 marzo


seconda parte

Ma il Banana a decenza profàno
gli presenta un ricatto al cianuro
sibilando di un colpo di mano
vara un'ode all'illegalità.
Col carisma del baro spergiuro
e sofismi mendaci e contorti,
tra le lodi dei servi codardi,
legalizza la disonestà

Il teppista dal pube irrequieto
per salvar la sua lista incapace
fa ingoiare al paese un decreto
intessuto d'arbitrio e licenza
impetrato con dolo rapace
e ispirato al Marchese del Grillo:
in sostanza, chiarisce il mandrillo,
io sò io e voi un cazzo non siete

Per le leggi prostrate allo scherno
già ribollono sdegni frementi
ed il Colle è scagliato all'inferno
dai Saint-Just che di Pietro blandì,
-vera manna dal ciel dei potenti-
che a sconfitta consegnano i vinti,
di corone d'allor si son cinti
i più puri dei puri son qui.

Ahi! sventura! soverchia sventura!
Bertinotti ci ha dato la crisi,
per vanesia e infingarda natura,
or di Pietro ha lo stesso livor!
stesso sogno, a sinistra divisi
in soffitta la stessa bandiera,
e al caiman che era in piena bufera
d'improvviso ridona vigor.

Della destra utilizza il terreno
ed il Colle aggredisce schiumante,
nella forma allo scempio dà freno,
in sostanza è con il Cavalier.
Ma di un premier protervo e sprezzante
anche il web ne ha strapiene le balle
e la rete in rivolta fibrilla
sfuma in viola il vibrante cliccar.


Ellekappa
Roma 1955

Ellekappa è uno pseudonimo, il vero nome è Laura Pellegrini


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venerdì 5 marzo 2010

Leggi e cavilli

Da una parte c'è la banda Ghedini & C (cosa sia questa C ditelo voi che la scelta è ampia). C'è dunque questa banda di legulei che di lavoro altro non fanno che togliere il fuoco dal culo del premier che una brigata di giudici comunisti e talebani, bell'ossimoro!, continuamente appicca e alimenta. Per far ciò vanno a scovare il cavillo, tanto per citarne uno, che si trova al ventitreesimo paragrafo del settimo comma dell'articolo 97 della legge regia 14913 del 29 febbraio 1924.

Dall'altra parte c'è la stessa banda più tanti altri a formare una corte pletorica e insaziabile di prebende come quella di Luigi XVI nel 1789. Malaffare allora, malaffare adesso. Tutti armati di clave a menare fendenti a casaccio non su cavilli, non su articoli, ma su intere leggi, come quella, che proprio quisquiglia non è, sulle norme elettori. Schizofrenia senza freni del potere. C'è chi sussurra che sia stato proprio il signor B in persona a volere questo attuale guazzabuglio tanto per vedere fino a che punto si poteva tirare la corda. Ma qui scivoliamo nella fantapolitica.

Ancora una cosa. Non mi vergogno di essere italiano. Non posso vergognarmi di fronte ai tanti che ancora rimangono onesti e rispettosi delle regole. E questi italiani stanno soffrendo.

giovedì 4 marzo 2010

Il sondaggio sparito del Pdl che boccia se stesso

Sondaggio pdl

Questa notte, esattamente alle 03.02, è stato scattato lo screenshot che vedete sopra. Deve essere venuto un colpo agli incauti gestori del sito che avevano inserito il sondaggio. Pollice verso indirizzato a quegli sciamannati del Pdl responsabili del casino di questi giorni. E questi incauti gestori avranno pensato subito alle questioni tecniche per invertire i valori col solito tarocco. Niente, incapaci anche in questo. Così il sondaggio che avrebbe dovuto chiudere, come potete vedere, alle 24.00 del 7 marzo è stato sbaraccato in fretta e furia, screenshot sotto, buttando a mare anche i 497 commenti. Bravi. E bravi anche voi che li votate.

Sondaggio pdl
via e via

Solo una di queste notizie è falsa

Un capitolo di Petrolio di Pier Paolo Pasolini, trafugato o rubato dopo il suo assassinio, sarebbe nelle mani di Marcello dell'Utri, che lo presenterà il 12 marzo alla "Mostra del Libro antico".

Un corista nigeriano gay che canta per la Santa Sede sarebbe coinvolto in un giro di prostituzione che riguarda Angelo Balducci, ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici.

Il senatore calabrese Di Girolamo eletto come rappresentante degli italiani all'estero grazie a una falsa residenza in Belgio, in una strada inventata, definito "mio schiavo" da un faccendiere nazista e considerato punto di riferimento della 'ndragheta nelle istituzioni, è stato applaudito in Parlamento da molti colleghi del Pdl.

Esperti della Lega Calcio si sono confrontati con esperti della tradizione orale nel Triveneto per stabilire che l'esclamazione "Orco Diaz", sfuggita di bocca al calciatore del Chievo Marcolini, non è da considerare blasfema, mentre risulta punibile "Zio Cane" a patto che il labiale, visionabile nei filmati, sia inequivoco.

Un trapezista licenziato, per la disperazione, ha cercato di lanciarsi dal palazzo di fronte dentro il Quirinale per conferire con il Capo dello Stato.

Una sola delle precedenti notizie è falsa. Tutte le altre sono vere: sapreste dire quale?

Michele Serra

da "L'amaca" di oggi

mercoledì 3 marzo 2010

La Ue succube delle multinazionali: sì alla patata transgenica

Patate

Parecchi anni fa passando davanti alle vetrine dei Fratelli Ingegnoli in corso Buenos Aires a Milano e vedendo un cartello con su scritto "Patate di montagna da semina" mi balenò un'idea.

Avevo sentito dire da mio padre e da mio nonno che i nostri antenati seminavano le patate in montagna, lassù a Gouta, nelle piccole praterie che si aprivano qua e là tra le grandi ombrose foreste di abeti. Una di queste praterie, u cåmpu di peiglin, è ancora di proprietà dei miei cugini, ma ormai è quasi sparita perché gli alberi si sono ripresi lo spazio. Seminavano dunque queste patate arando col bue e mettendo, uno via l'altro, i tuberi nel solco che veniva aperto dall'aratro. E quando era il momento della raccolta di nuovo il bue a rivoltare la terra.

L'idea che mi balenò fu di rifare, almeno una volta, quello che i miei avi avevano ripetuto per generazioni. Per la semenza come s'è visto nessun problema, e così chiamai a raccolta gli amici che si resero subito disponibili. Il più grosso ostacolo era trovare un bue, ma facendo girare la voce venni a sapere che ne esisteva uno a Camporosso, tenuto quasi come una reliquia. Per un'impresa del genere il suo padrone fu ben contento di metterlo a disposizione. Trovai anche la batteria e il filo elettrico per recintare il campo a difesa dei cinghiali, animali che nei secoli passati non esistevano fra quelle terre. Sarebbero state due feste. Quella della semina e l'altra del raccolto.

Poi vinse l'ignavia. Prima si defilò un amico, poi un altro e un altro ancora. Insomma non se ne fece niente e così regalai le patate a Elio Veziano che se le seminò per conto suo, non mi ricordo più dove.

Tuttora mi è rimasta la mania delle patate di montagna, che poi tanto mania non è, essendo questa pianta originaria delle altezze andine. Sono le migliori, le più gustose nelle loro infinite varietà perché conservano la rusticità antica assente invece in quelle reclamizzate col binomio imbecille di selenio e intelligenza.

Ieri la Commissione europea ha deciso l’autorizzazione alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora, prodotta dalla multinazionale Basf. La decisione mette fine all’embargo sulle nuove colture geneticamente modificate, che resisteva nell’Ue dall’ottobre 1998.

Riporto quello che dice Carlo Petrini fondatore di Slow food:
Carlo PetriniSono allibito dalla decisione di Bruxelles. Vorrei capire come mai il nuovo commissario alla salute e alla sicurezza dei consumatori, il maltese John Dalli, abbia fatto cambiare idea alla Comunità europea: nel 2007 il suo predecessore, Staros Dimas, aveva bloccato la proposta. Nel frattempo, che cosa è successo? Non bisogna mai abbassare la guardia, questi non mollano mai.

Sono in ballo grandi interessi economici e si rimette tutto in discussione. Mi chiedo: gli Ogm non li vogliono i consumatori, non li vogliono molti governi, eppure loro non mollano. E così, insieme alla patata Amflora, ci infilano anche tre nuove coltivazioni di mais.

La nostra non è una battaglia ideologica: è una forma di legittima precauzione. Ci rendiamo conto che diamo questi cibi, attraverso l’alimentazione animale, anche ai nostri bambini? Non abbiamo riflettuto a sufficienza sui rischi che nascono dalle tecniche di allevamento intensivo. Si danno gli antibiotici anche ai pulcini, altro che...

Ho girato molti Paesi del Sud del mondo e la Chiesa di base è contraria. Non vogliono che i contadini siano nelle mani delle multinazionali. Ed è dimostrato che gli Ogm non sono necessari a combattere la fame nel modo, la prima battaglia deve essere quella della biodiversità. In India otto Stati hanno vietato la melanzana transgenica e noi in Europa diciamo sì alla patata? Ma che bisogno c’era?


La foto a Carlo Petrini la scattai durante la presentazione a Cavour del suo libro Buono pulito e giusto