Pagine

lunedì 17 marzo 2008

Non c'è più religione

gruppo di scout
Ero attaccato allo stereotipo. Lo scout bravo ragazzo, forse un po' demodé nella mise. Pantaloni corti anche nel rigido inverno e calzettoni di lana nella calura estiva. Ma quella era la divisa. Lo scout che sa fare centouno nodi, che supera ponti sospesi sui torrenti, che accende il fuoco senza fiammiferi e che insomma il manuale delle piccole marmotte dalla prima all'ultima voce lo sa mettere in pratica. Senza dire poi dell'attaccamento devoto ai parroci giovanilisti.

Mi si è rotto l'incanto di questa gioventù esemplare. Adesso il moderno adolescente scout non si tira indietro se c'è da ubriacarsi, farsi le canne, fare sesso prematrimoniale e non dice nemmeno no all'aborto.

Il ritratto emerge da una ricerca svolta su 2.500 scout di 25 paesi europei durante Roverway 2006 e presentata alla Provincia di Firenze. Per 8 scout su 10 ci si può ubriacare, per 1 su 2 farsi le canne, oltre il 90 per cento accetta il sesso prematrimoniale e 9 su 10 non escludono l'aborto.

Mio dio, ma allora dove sono andati a finire i "bravi ragazzi"?.

A dir la verità i cambiamenti in queste organizzazioni cattoliche li avevo visti da tempo. Nel luglio del 1976 feci un ampio reportage fotografico per Panorama, che allora era una rivista "seria", su un raduno nazionale di scout vicino a Torino. Scoppiò in certi ambienti di chiesa un piccolo scandalo. Le scout, orrore, erano riprese in hot pants, al posto delle bragone corte classiche, abbracciate ai loro amici maschi sotto le tende. Feci anche avere sottobanco alcune foto a Famiglia Cristiana che ci montò un lungo servizio. In quell'occasione fotografai anche Gianni Rodari che era stato invitato al raduno e rimasi a tal punto affascinato dalla sua umanità affabulatrice che il giornalista che era con me mi scrollò a scattare tanto ero rimasto imbambolato a sentirlo parlare.

La foto è presa da qui

11 commenti:

  1. Sono rimasti solo nell'ACR? :-)

    RispondiElimina
  2. Forse. Ma l'indagine in mezzo a loro non l'hanno ancora fatta e quindi non si può dire.

    RispondiElimina
  3. bè i bravi ragazzi, scout compresi, sono figli del loro tempo, ( per fortuna) meno rigidi di quelli di tempo fa che erano ancorati anacronisticamnete a certe convinzioni forse più perchè ispirati da una fuga "timorosa e timorata" dalla realtà che per sentita condivisione

    RispondiElimina
  4. alcool, canne e sesso... Gli scout sono diventati dei figli-dei-fiori-sessantottini con 40 anni di ritardo? ;)

    RispondiElimina
  5. Hello. This post is likeable, and your blog is very interesting, congratulations :-). I will add in my blogroll =). If possible gives a last there on my blog, it is about the Home Theater, I hope you enjoy. The address is http://home-theater-brasil.blogspot.com. A hug.

    RispondiElimina
  6. Ma soprattutto (se non erro la percentulae) il 20 % non crede nemmeno in Dio (letto ieri sul quotidiano.
    ciao

    RispondiElimina
  7. Ma gli scout presi come campione arrivano solo dall'AGESCI o anche (come mi sembrerebbe corretto) anche dal CNGEI?

    Se nel campione ci sono anche i ragazzi del CNGEI, allora il 20% non mi suona affatto strano.

    RispondiElimina
  8. X gimmi. L'articolo che e' a firma di Edmondo Berselli uscito lunedi sulla Repubblica, parla degli scout in generale e anzi dice che molti di loro appartengono alla agesci, quindi lo studio si riferisce alla totalita' come suggerisci tu.
    Ma preciso, perche' ora ho l'articolo davanti a me, che la percentuale corretta (che ieri non ricordavo bene e non avevo trovato in rete) e' il 39%.

    RispondiElimina