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lunedì 30 ottobre 2006

Fascisti in val Nervia (IM)

fascisti
Fascisti
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fascisti
Fascisti
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Le foto che vedete qui sopra sono state scattate ieri sera in un locale della val Nervia. I fascisti che vi sono ripresi sono una parte della sessantina che "commemoravano" la marcia su Roma. A un centinaio di metri c'è la lapide che vedete qui sotto. Non ho altro da dire. Se volete esprimere la vostra opinione fatelo nei commenti e non con una mail che la vedo solo io.

lapide partigiani
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giovedì 26 ottobre 2006

Dove è sparita la "Meridiana Grande"? 1

Mi ha risposto con una mail l'Assessorato all'Urbanistica del Comune di Genova. Eccola
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Gentile Dott. Cane le comunico (come è già stato detto alla moglie di Renè),che l'opera in oggetto è custodita presso un magazzino della Civica Amministrazione di Genova. in attesa di trovare lo stanziamento necessario alla definitiva collocazione, che dovrebbe essere presso il Castello D'Albertis. Nel caso non si riuscissero a trovare i fondi necessari, sarà
nostra cura restituire l'opera all'Artista.

con i migliori saluti

La Segreteria
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Mia risposta
Caro Assessore,
le sembra giusto che quando la delicata meridiana è stata smontata non sia stato avvisato l'autore? Solo un colpo di telefono a operazione ormai avvenuta. Vi aveva lavorato quindici anni con questa tenera pietra ligure, e avrebbe potuto dare utili consigli, visto che la conosceva a memoria, magari c'erano blocchi più fragili di altri che avrebbero potuto subire danneggiamenti irreparabili. E poi un artista che per tutto questo tempo lavora dietro a un'opera la sente un po' come parte del suo corpo e della sua mente. Ma via, un po' di rispetto ci sarebbe voluto.

I finanziamenti. Perché non si fa entrare nella questione la Provincia, la Regione, perchè non si fa aprire il portafogli a qualche fondazione? Sono sicuro che se c'è la volontà politica (c'è?) si potrà risolvere nel migliore dei modi questa vicenda e un'opera irripetibile tornerà alla luce.

Cordiali saluti

domenica 22 ottobre 2006

Dove è sparita la "Meridiana Grande"?

Meridiana di Renato Ausenda


La grande meridiana 

Il 19 gennaio del 2005 alle 18 in punto l'assessore Bruno Gabrielli del Comune di Genova varcò la soglia dell'Accademia di Belle Arti. Nell'atrio lo attendeva una folla stipata nel poco spazio in ammirazione davanti a un'opera singolare. Una grande meridiana in ardesia. L'assessore l'aveva vista per la prima volta a Bajardo (IM) dove l'aveva costruita con un lavoro durato quindici anni René Ausenda. Ne era rimasto ammaliato e l'aveva voluta portare nella sua città. Smontata nei suoi pesanti 24 pezzi e imballata con tutte le cure era stata trasportata proprio in quel luogo. Dunque l'assessore fece il discorso di prammatica cui seguirono letture e performace varie. Eravamo convenuti in parecchi, noi amici dell'artista, e anche un pullman era arrivato dal paese d'origine. Ne parlarono televisioni, radio e giornali. Lì rimase per qualche mese, poi sparì e non se ne seppe più nulla. E' triste dirlo ma l'autore non ha mai ricevuto un cent che è un cent. Una vergogna. Mi verrebbero parole di fuoco, ma per adesso mi trattengo. Spero che si chiarisca al più presto questa vicenda oscura e ingarbugliata. Il post è rimbalzato QUI Prima che a Genova la meridiana era stata presentata l'8 giugno del 2003 a Bajardo nell'oratorio di San Salvatore con un afflusso straordinario di gente, tanto che molti non poterono assistervi e si dovette ripetere la presentazione la domenica successiva. In quell'occasione scrissi un articolo per Tuttolibri (inserto culturale de "La Stampa") che qui ripropongo.

La meridiana in pietra gentile

Renato Ausenda

C'è, alle spalle di una Sanremo ormai plastificata, un remoto e aereo paese tibetano. Di nome fa Bajardo, e infatti un bel cavallo rampante campeggia nello stemma comunale, senz'ali però, che al volo verso la luna e oltre ci pensano i due angioletti pennuti che gli stanno a fianco. Lassù, a 900 metri, dove il mare ruba spazio al cielo e la luce del Mediterraneo genera ombre vive che solo lì puoi vedere, un artista artigiano è finalmente arrivato al termine di un'opera che ha richiesto quindici anni di lavoro. René Ausenda, così si chiama, da sempre costruisce meridiane, quegli orologi solari usati dai tempi più remoti dove uno stilo di metallo (gnomone) infisso su una parete genera un'ombra che spostandosi segna le ore. E proprio di una meridiana si tratta, scolpita nell'ardesia, la pietra gentile che la natura ha donato ai liguri, dalla grandezza insolita, tre metri per tre, e dal ragguardevole peso di due tonnellate. Ma non è tanto questa la singolarità. Nella mente dell'autore, che per tutto questo tempo, giorno dopo giorno, ha trasferito la sua ossessione dell'ombra che passa alla pietra, incidendo sogni notturni e fantasie diurne, lo scopo ultimo era quello di creare una meridiana snaturata del suo uso primario, quello appunto di misurare il tempo. Fermare l'ombra per fermare il tempo. Follia? Forse. Ma follia collettiva, da pochi ammessa ma da tanti vissuta, innescata da un misfatto che si sta compiendo ai nostri danni: qualcuno ci sta rubando il tempo. Viviamo più a lungo ma in realtà le giornate, scandite da fatti disgiunti che non fluiscono ma si affastellano, sembrano evaporare. La tecnologia ha reso più veloci molte operazioni quotidiane eppure o proprio per questo il tempo ci sfugge, non lo si gode ma lo si consuma nell'immediato e non genera memoria. In realtà il motivo più profondo che ha spinto l'artista a cimentarsi in questa impresa impossibile è scaturito dall'asincronia sempre più sfasata tra queste terre interne di Liguria, costruite nei secoli sui fianchi delle colline appese e, più sù, anche delle montagne con chilometri e chilometri di muri a secco, lentamente, pietra su pietra, e poi coltivate ad alberi che della lentezza sono la quintessenza, gli ulivi, e la velocità sconsiderata della trasformazione che ha generato lo sconquasso non più rimediabile di questo territorio. Non tanto al tempo della sua vita ha quindi pensato Ausenda quando si è accinto a dare delicatamente, l'ardesia è pietra tenera, il primo colpo di scalpello, ma al tempo di questa piccola civiltà contadina ormai quasi concluso. Lui, che di questa civiltà è uno degli ultimi eredi, non riesce proprio a capacitarsi che cinquecento anni di storia si siano polverizzati in qualche decennio dissennato. E quando per la prima volta questa meridiana te la vedi davanti nella sua imponenza, nei progetti iniziali doveva essere ancora più grande, dieci metri per dieci, ti investe un brivido. Emana qualcosa di sacrale e il mistero si fa magia. Simboli criptici si mischiano a messaggi chiari (la statua della libertà che brucia, scolpita ben prima dell'11 settembre), note musicali in fuga che ridondano all'infinito, fregi ripresi da manoscritti esoterici, e poi infine la sua centralità: l'ombra generata dallo gnomone che implode nel buco nero di questa pietra nera, là dove la superficie non è stata toccata e la materia è rimasta allo stato dei suoi primordi.

 Nella foto René Ausenda (mio fraterno amico, perché tutti e due siamo un po' dei druidi) Ho ricevuto questo pomeriggio parecchie mail che si riferivano a questo post. L'ho già detto e lo ripeto. Un blog è fatto per condividere le impressioni rispetto all'argomento proposto dal blogger. Costa così tanta fatica scrivere nei commenti? Comunque grazie a tutti.

sabato 21 ottobre 2006

Ivano Fossati

ivano fossati
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Ho messo online una galleria di foto che ho scattato quest'estate al concerto di Ivano Fossati a Dolceacqua (IM). Se volete vederle sono qui.

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martedì 17 ottobre 2006

Oggi

Oggi sono cinque anni che non ci sei più. E io sono triste.
Ciao Francesco

Metto in evidenza questo commento di c.e.g.
Ricordo bene quel giorno, le pagine dei quotidiani, il nodo alla gola che mi era venuto.
Soltanto una settimana prima lo avevo sentito al telefono, col filo di voce che gli era rimasto. Mi aveva dato l'impressione di una fine a breve termine, ma non pensavo sarebbe arrivata così in fretta. Mi erano venuti meno, all'improvviso, il mio principale riferimento, la mia pietra di paragone. "Dopo, sono andato raggiungendo e oltrepassando notti e navigazioni" scrive Borges. Ma, come mi era successo da bambino quando erano mancati prima mia madre e poi lo zio Piero, non ho trovato sostituti. Non potevano essercene. Ancora oggi, mi stringe la malinconia, una tristezza che non riesco ad inghiottire.
Ma a San Biagio non fanno nulla (a parte forse celebrare una messa, che, come il titolo di "dottore", non si nega mai a nessuno)?
Tutta la "gelosia", la "possessività" che erano emerse si sono tradotte in una custodia silenziosa? Peccato, davvero.

Arte da scoprire in Liguria

san bernardino triora
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L'altro ieri sono andato a Triora (IM) a fotografare gli affreschi quattrocenteschi della chiesetta di San Bernardino. Ne pubblico due particolari. Mi rendo sempre più conto che il patrimonio artistico dell'entroterra ligure è inesauribile e riserva piacevoli sorprese. Adesso con le macchine digitali e successivi aggiustamenti di curve e istogrammi, e magari anche basculaggi, si ottengono risultati notevoli che prima si riuscivano ad avere solo con pesanti attrezzature e potente illuminazione.
san bernardino triora
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mercoledì 11 ottobre 2006

Il sito della provincia di Imperia conta frottole

bollino accessibilitàSe andate sull'home page del sito della provincia di Imperia potete notare il bollino indicato dalla freccia. Cosa significa? Significa che il sito è stato sviluppato seconde le norme dell'accessibilità. Ma non è vero. Proprio per niente. La legge Stanca stabilisce che che i siti della Pubblica Amministrazione debbano essere costruiti con un particolare codice che permette a persone con vari handicap visivi compresi i non vedenti di poter comunque usufruire dei contenuti delle pagine. In estrema sintesi, molto estrema, è questa l'accessibilità.
Per valutare se le pagine soddisfino questi requisiti si possono fare vari test. Ne ho fatto due, che in pratica sono il punto di partenza.
1) Ho fatto passare la pagina al validatore del W3C e mi ha dato 130 errori. Come vedete qui sotto.
w3
2) Ho controllato i colori del testo e dello sfondo. C'è per questo un particolare algoritmo. Bocciatura. Qui sotto vedete il risultato per i colori del
menu orizzontale.
coloria
Non voglio annoiare chi mi legge e quindi non aggiungo le parecchie altre cose che ho osservato.
Molti siti di Istituzioni pubbliche non stanno meglio. Ma almeno questi hanno il pudore di non millantare credito.

A questo punto o la provincia di Imperia toglie in tempi rapidi il bollino o farò presente questa situazione prima ai siti governativi e subito dopo ai newsgroup internazionali molto sensibili a questo argomento e da lì rimbalzerà vatti a sapere dove come esempio di malcostume.


Sarebbe anche buona cosa che la Provincia controllasse gli indirizzi mail relativi al suo dominio. Parecchie mail, compresa quella di un assessore, sono ritornate indietro. Motivo? The recipient name is not recognized.

Aggiunta
12 ottobre ore 12.34 - Quatta quatta, senza dare spiegazioni di sorta (quando mai?) la Provincia ha tolto il bollino. Chi aveva fatto il furbo? Il tecnico, il dirigente, il politico? I panni sporchi si lavano in famiglia, eh!


Seconda aggiunta
Metto in evidenza un commento anonimo e la mia risposta
Commento anonimo
Il portale della Provincia di Imperia nasce da un attento studio di tutti gli aspetti (normativi, organizzativi, di contenuto, grafici, di accessibilità, di usabilità, di erogazione di servizi all'esterno dell'Amministrazione). E' facile fare dei commenti sui siti Internet altrui nascondendosi dietro un indirizzo web o email.Prima di giudicare è opportuno che ognuno faccia una propria analisi sulle soluzioni adottate ed eventualmente proporre delle alternative costruttive. Saluti.

Mia risposta
Caro anonimo o anonima, intanto mi sembra un po’ singolare che lei recrimini chi si nasconde dietro un nickname e poi adopera gli stessi metodi, non trova? Ma andiamo avanti. Da cosa scrive immagino che abbia a che fare in qualche maniera con la Provincia, dipendente, collaboratore? Non so, perché non ce lo dice? Afferma che sono stati fatti studi normativi, organizzativi, di contenuto, grafici, di accessibilità e chi più ne ha più ne metta. Io bado al sodo, ai risultati. E i risultati sono che davanti alla mia critica impietosa, in fretta e furia è stato eliminato il bollino dell’accessibilità. Prenda per esempio questa pagina, le sembra accessibile? me lo dica, e mi dica anche chi è che decide di mettere un'immagine al posto di un testo. Alla barba di tutti i piani. Ora si dà il caso che il sottoscritto abbia costruito il sito di un piccolo paese di questa Provincia senza tanti studi preliminari. Lì il bollino c’è e ci rimane. Naturalmente le pagine sono migliorabili, e difatti adesso sto aggiungendo le scorciatoie di tastiera molto comode per chi non può adoperare il mouse e poi pian piano altre cose. Nel commento precedente c.e.g. concludeva "finisce per lasciare a caterve di dilettanti allo sbaraglio (nella migliore delle ipotesi) o al solito magna magna (quando va male, cioè quasi sempre)". Io non dico questo, però sarebbe interessante confrontare le risorse che avevo io per costruire il suddetto sito e quelle messe in campo dalla Provincia. Molto interessante. Per me e soprattutto per i miei affezionati lettori che saluto.


Terza aggiunta
Ricevo una mail dall'OSI, ne pubblico una parte
"Ciao Alberto,
[...]
Per quanto riguarda il sito della Provincia di Imperia, ad una visita sommaria della home page i problemi di inaccessibilità sono evidenti.Tuttavia non trovo nessun bollino di conformità alle linee guida del W3C. Forse lo hanno tolto ieri, oppure il mio screen reader non me lo fa vedere."
Ci credo che non trovi nessun bollino, è stato tolto.

martedì 10 ottobre 2006

Ma vi sembra il posto?

basilica san lorenzo
Milano. Basilica di San Lorenzo
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Dopo la pubblicità sul duomo di Milano ecco cosa vi propongo.

Nel popolare quartiere di Porta Ticinese si trova la più insigne testimonianza di Mediolanum, capitale dell'Impero Romano d'Occidente: le colonne e la basilica di San Lorenzo Maggiore. Romane le prime e paleocristiana la seconda, esse formano un insieme quanto mai suggestivo e monumentale. Formavano, perché adesso la suggestione è cambiata, guardate cosa hanno piazzato proprio di fronte alle colonne romane e a fianco della basilica. Non ho parole.

giovedì 5 ottobre 2006

Biciclette che volano

bicicletta Qualche mese fa mi è arrivata una serie di foto con inquadrature davvero singolari. Erano state scattate da Siro Moro sul campanile di Apricale dove si era arrampicato per eseguire dei lavori. La bicicletta che vedete era stata posata in occasione della mostra di Sergio Bianco "La Forza della Non Gravità" inaugurata al Castello della Lucertola il 20 maggio del 2000. Da allora è lì e chi va in quel paese e alza la testa la vede ma certo che l'effetto che fanno queste immagini è tutt'altra cosa.

A Delio questa installazione è così piaciuta che l'ha inserita nel logo del suo ristorante.

Ne approfitto per invitarvi a visitare l'album dei campanili dell'entroterra della Riviera dei Fiori. Questo lavoro era nato dalla mente vulcanica di Pia Viale di Vallebona, che nel 2002 aveva pubblicato un calendario con le foto dei campanili della zona intemelia. Sono quelli che vedete seppiati, scattati da Max Mencarelli e Corrado Camillo. Io poi sono andato avanti. Attualmente sono 45. Le ultime foto le ho scattate quest'estate nell'alta valle Argentina dove avevo vagato con quella mia guida eccelsa che è Gianpaolo Lanteri.bicicletta